Archivio mensile:Maggio 2015

TORRE NUVIERNULLIS – via degli amici

Per la prima volta siamo in tre. Dopo numerose proposte più o meno attuabili, siamo infine indecisi tra la Creta Forata per la via Pathera, lo Zermula per la ferrata nord (che dovrebbe presentare ancora condizioni invernali) e la Torre Nuviernullis per la via degli amici, che, personalmente ho già fatto, ma è completamente esposta a sud.

Scartata la prima opzione per timore di trovare troppa neve al ritorno sulla normale, e la seconda per il rischio di trovare neve troppo molle dato il rialzo delle temperature, la Torre Nuviernullis ci sembra la soluzione migliore, anche perché ho il ricordo di una roccia stupenda che ripagava tranquillamente il lungo avvicinamento.

Detto fatto alle sette e mezza ci troviamo al Bar Carnia per cornetto a cappuccino pronti ad addentarci in Val Aupa fin dove l’auto ce lo consente e, in una bellissima mattinata, ci incamminiamo verso il Rifugio Grauzaria.

La camminata è gradevole, e presto gli alberi si diradano lasciandoci ammirare lo splendido paesaggio del gruppo della Creta Grauzaria con la Sfinge, imponente, in primo piano. Sorprendentemente troviamo aperto il rifugio, per cui approfittiamo per una pausa e quattro chiacchiere con il gestore prima di proseguire verso il Foran de la Gjaline, da dove dovremo già vedere la Torre e le condizioni di innevamento della parte a nord del percorso. Fortunatamente, la neve non sembra tanto abbondante da impensierirci, per cui proseguiamo abbastanza agevolmente verso la Forca Nuviernullis.

La giornata è rilassata e ci concediamo un’altra sosta tranquilla sulla forcella prima di aggirare la torre a sud per portarci all’attacco della via. A scanso di equivoci all’attacco si trova una scritta ormai sbiadita che dovrebbe indicare “via degli amici”, ma di cui ormai si legge solamente “via” ed il resto lo si intuisce, mentre il resto del percorso è bollinato in arancione.

La via promette subito bene: solare, non esposta e con roccia sana e articolata. Ci leghiamo in cordata, ripiegando in due una mezza corda e collegandola all’imbrago con un moschettone, così da rendere il primo di cordata variabile e i tiri più corti in modo non “discriminare” nessuno…

Quello che ci aspetta è un bel diedro appoggiato, seguito da una parte centrale della via che passa per un canalino di sfasciumi, a cui fa seguito un tratto su erba in cui praticamente si incrocia la normale di discesa (che passa qualche metro a sinistra). La nostra via prosegue invece verso una forcella a destra, da cui parte un altro caminetto che, presto, si trasforma in diedrino (entrambi di roccia stupenda) al termine dei quali, praticamente, “le difficoltà”, finiscono. Un ultimo tratto in cresta, cercando di evitare i mughi, deposita sulla bella cima.

Per una volta, ci concediamo una bella sosta lunga in cima senza stress prima di intraprendere la normale in discesa, il cui unico tratto impegantivo è un caminetto di II grado con un’ancoraggio abbastanza nuovo in cima per un’eventuale calata. Presto siamo alla base, recuperiamo il materiale che avevamo lasciato all’attacco, e ci incamminiamo in discesa (si fa per dire) verso il rifugio Grauzaria dove ci fermiamo a mangiare.

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il sentiero verso il Rifugio Grauzaria

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Alessandro verso la prima sosta

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ancora sul diedro iniziale

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quasi sulla rampa erbosa

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la discesa per la normale

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ancora in discesa

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